Morto Stalin, se ne fa un altro
1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (1 votes, average: 5,00 out of 5)
Loading...
Nazione:
Gran Bretagna, Francia
Data di rilascio:
:2017
Durata:
106 minuti
Regista:
di Armando Iannucci
Attori:
Olga Kurylenko, Andrea Riseborough, Rupert Friend, Steve Buscemi, Jason Isaacs, Jeffrey Tambor, Jonathan Aris, Paddy Considine, Simon Russell Beale, Michael Palin
Genere:
Commedia

La trama

di Armando Iannucci

Mosca, 1953. Il regime staliniano miete continuamente terrore nella vita quotidiana dei cittadini, con il rischio che chiunque venga dichiarato un elemento negativo e poi arrestato, esiliato o ucciso. La situazione cambia quando Stalin ha un malore fatale e si crea un vuoto di potere nel quale cercano di insinuarsi due persone in particolare: Lavrentiy Beria, capo dei servizi segreti sovietici, e Nikita Khrushchev, segretario generale del Partito Comunista. Nel loro duello strategico verranno coinvolti anche gli altri membri del Comitato Centrale e i figli del dittatore, nel tentativo di ristabilire l’ordine all’interno di un governo sempre più caotico.

Morto Stalin, se ne fa un altro (traduzione azzeccatissima, visto il tono del film, dell’originale The Death of Stalin),  in mano all’autore britannico il materiale di Fabien Nury e Thierry Robin è diventato un canovaccio ideale per trasporre in un contesto reale le ossessioni ricorrenti del lavoro di Iannucci, alle prese con eventi veri dove l’assurdità era all’ordine del giorno (basti pensare alla sequenza d’apertura del film, dove il direttore di Radio Mosca è costretto a riproporre un concerto appena terminato in modo da avere una registrazione da consegnare a Stalin, pena la fucilazione). Il risultato è un film rigoroso, che non si tira indietro dinanzi agli orrori rappresentati, ma anche molto divertente, dove l’uso di humour nerissimo sottolinea l’aspetto surreale delle vicende e offre un punto di vista inedito su una realtà a dir poco terrificante.

Il lavoro di Iannucci si basa su un sapiente miscuglio di aderenza ai fatti e occasionale licenza poetica: la disputa per la successione tra Beria e Khrushchev durò in realtà diversi mesi, mentre sullo schermo la storia è compressa in un arco di dieci giorni. Cronologia a parte, il film riporta gli eventi caricandone la già esistente vena comica quasi fino al parossismo, ma senza mai soffocarne l’anima tragica , che si tratti di un dettaglio come i cittadini che dormono vestiti in caso sia necessario fuggire nel cuore della notte o il momento beffardo in cui alcuni membri del Comitato si congedano amichevolmente da Vyacheslav Molotov sapendo che il suo nome è sulla lista dei condannati. Le situazioni estreme, in ottica sia comica che tragica, sono sempre dietro l’angolo, ma il regista non le spinge mai oltre i limiti della verosimiglianza.

Nei ruoli dei duellanti Beria e Khrushchev ci sono rispettivamente Simon Russell Beale, grande animale da palcoscenico britannico che all’età di 56 anni esplode finalmente sul grande schermo, e Steve Buscemi, volto di tanto bel cinema indipendente americano. Da un lato una brutalità esplicita, a malapena contenuta nel viscido esoscheletro di una mente calcolatrice; dall’altro, un’aria più innocua ma costantemente cospiratrice, con occasionali sprazzi di frustrazione paranoica. E in mezzo la rivelazione (per chi lo conosce solo come villain) Jason Isaacs, autore degli insulti più taglienti e forse l’avatar più riuscito del passato spaventosamente assurdo raccontato da Iannucci: esilarante e al contempo sottilmente repellente.

(Max Borg-Movieplayer.it)

Giudizio:  4,5 su 5,00

ROLLING STONES

Armando Iannucci è il profeta della satira politica: The Thick of It, In the Loop e Veep vi dicono qualcosa? Con Morto Stalin, se ne fa un altro, tratto dalla graphic novel di Fabien Nury e Thierry Robin, mette basi storiche pesanti al suo feroce talento e lo usa per rappresentare le disfunzioni governative e le leadership squilibrate dell’élite bolscevica, impegnata in una lotta di successione in seguito alla dipartita del tiranno.

Siamo nella Mosca del ’53 che vive di paranoia e purghe, dove Stalin (Adrian McLoughlin) è un bullo che ama i western. Quando viene colpito da emorragia cerebrale, è impossibile trovare medici competenti, perché li ha fatti deportare quasi tutti nei gulag. E mentre il dittatore tira le cuoia, i suoi potenziali successori danno vita a una farsa sfrenata sperando di conquistare il potere o, almeno, di rimanere in vita.

Lo spirito brit di Iannucci punge, grazie anche a un super cast di lingua inglese che non si sogna nemmeno per un momento di smorzare l’accento. Steve Buscemi è Chruscёv, Jeffrey Tambor il vicepresidente Malenkov, Simon Russell Beale il capo della polizia segreta Berija, mentre l’ex Monty Python Michael Palin interpreta Molotov.

Pensate di mettere in scena Veep in Unione Sovietica. Il risultato è una surreale black comedy che disgusta trovando lo humor nell’orrore storico. E conquista.

QUOTIDIANO.NET

La satira politica è un genere difficile da maneggiare, ma giovedì 4 gennaio esce nelle sale italiane un film che molti indicano come esempio magistrale di questo tipo di comicità. Si intitola ‘Morto Stalin se ne fa un altro’ e queste sono tutte le indicazioni che possiamo fornire senza fare spoiler.

MORTO STALIN SE NE FA UN ALTRO: COS’È

‘Morto Stalin se ne fa un altro’ è una commedia nera ed è l’adattamento del fumetto francese ‘La morte di Stalin’, scritto da Fabien Nury e disegnato da Thierry Robin.

LA TRAMA
La notte del 2 marzo 1953 getta nel caos il regime che governa l’Unione Sovietica: il dittatore Joseph Stalin è infatti prossimo alla morte. Attorno al capezzale si muovono una serie di personaggi che sperano di approfittare della situazione per prendere il suo posto alla guida dell’URSS: il pragmatico Nikita Khrushchev, il fedelissimo Vyacheslav Molotov, il confusionario Georgy Malenkov, l’implacabile generale Georgy Zhukov e il mefistofelico capo dei servizi segreti Lavrentiy Beria.
L’AUTORE
‘Morto Stalin se ne fa un altro’ è scritto e diretto dallo scozzese Armando Iannucci, classe 1963 e figlio di una donna di Glasgow e di un uomo di Napoli trasferitosi nella città scozzese per aprire una pizzeria. Iannucci è considerato uno dei migliori rappresentanti della satira politica britannica, con esperienze in teatro, televisione e al cinema.
IL PARERE DI CHI L’HA VISTO
Pubblico e critica internazionali hanno accolto con entusiasmo ‘Morto Stalin se ne fa un altro’. In generale, il giudizio è motivato dal fatto che la satira politica di Armando Iannucci è affilata come non mai e riesce a veicolare un’inquietudine che prende di mira anche certe derive contemporanee: così facendo si pone come monito per il presente e il futuro.   

Comments are closed.