El (Lui)
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Nazione:
Messico
Anno
: 1953
Categorie:
“ Il Cinema ritrovato”, In Programmazione
Durata:
92 minuti
Regista:
Luis Buñuel
Attori:
Arturo de Córdova, Delia Garces, Luis Beristan, Aurora Walker, Fernando Casanova
Genere:
Drammatico

La trama

Questo bellissimo film messicano di Buñuel inizia con le scene che ne delineano lo sfondo: un Messico legato alle tradizioni religiose, che la Chiesa, con la collaborazione dei notabili locali, custodisce, celebrando i suoi riti suggestivi. In questo caso si tratta della lavanda dei piedi dei bambini: i dignitari laici, fasciati delle insegne dell’Ordine del Santo Sacramento, aiutano il sacerdote durante la cerimonia, versando l’acqua per sciacquare i piedini che, debitamente asciugati, saranno baciati dal religioso. La macchina da presa del regista indugia anche, però, su un’altra fila di piedini, e soprattutto sulle elegantissime scarpine che li calzano: appartengono alle fanciulle della buona società che assistono alla cerimonia in prima fila attirando l’attenzione feticistica di Francisco Galvan, notabile che aveva, poco prima, con molta compunzione, versato l’acqua. Egli è un bell’uomo, vergine, vicino alla maturità. Il regista, da subito, con impareggiabile sintesi narrativa, scolpisce a tutto tondo il personaggio: ricco, ma avviato al declino economico, convinto assertore del diritto di proprietà, per assicurarsi il quale paga i migliori avvocati perché difendano, ad ogni costo, i suoi presunti diritti. Di lì a poco, Francisco esprimerà anche la sua idea dell’amore, ancora una volta legata al possesso: l’amore nasce quando una visione invera l’aspirazione, perseguita fin dall’infanzia, a un amore unico e assoluto, cui “lei” non potrà che adeguarsi. Gloria, la sventurata proprietaria di quelle scarpine galeotte, che lo hanno affascinato dunque, dovrà fatalmente diventare una sua proprietà. Alla gelosia, connotato delirante e patologico di Francisco, si affiancherà, in seguito, l’orgogliosa rivendicazione del proprio egoismo insieme al disprezzo per il resto dell’umanità. Tutte le vicende che il film ci racconta, dal rapporto tempestoso con la dolcissima Gloria, alla vita di coppia resa infernale dal sospetto, alla benevola comprensione di tutti nei confronti del tiranno geloso, riflettono la visione subalterna della donna, in famiglia e nella società, largamente condivisa nel mondo arretrato in cui si muove il protagonista. I sintomi della follia ossessiva diventeranno sempre più gravi, ma solo quando esploderanno all’interno della chiesa, contro l’autorità religiosa, Francisco sarà bloccato, ricoverato e curato. L’epilogo famoso, nel convento in cui l’uomo ha ormai scelto di vivere, non ci rassicura completamente sulla sua avvenuta guarigione. Il film contiene alcune scene memorabili del cinema di Buñuel, che sottolineano gli aspetti grotteschi dell’agire di Francisco: l’ago ricurvo che egli infila nella serratura della stanza d’albergo, per accecare il presunto voyeur che starebbe spiando l’ amore con Gloria; la predisposizione di tutti gli strumenti per attuare l’infibulazione di lei; il progressivo accentuarsi della mania di persecuzione del geloso, che ha il suo ame all’interno della chiesa, in cui si materializzano i fantasmi ossessivi della sua mente in un crescendo di allucinazioni. Ma le molteplici scene memorabili ancora una volta ci parlano di una sceneggiatura del film davvero eccezionale, della eccelsa qualità del racconto, molto teso, e spiazzante, che ha certamente di mira non solo il modo bigotto e ipocrita di intendere la castità, ma anche l’arrendevolezza rassegnata delle donne, per le quali subire e soffrire paiono quasi la condizione stessa dell’esistenza.

 

 

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